Quanto dura un impianto idraulico
La durata di un impianto idraulico è determinata da diversi fattori: oltre ovviamente all’anno di
fabbricazione dello stabile, aspetti importanti da valutare sono le tecniche attraverso le quali è stato
costruito, i materiali che sono stati utilizzati, e “lo stress” al quale è stato sottoposto nel corso della sua
vita.
La qualità dell’acqua che scorre nella zona nel quale l’impianto è stato costruito, la frequenza e i ritmi con
il quale viene utilizzato, nonché la regolarità con la quale è stato sottoposto negli anni a controlli e
ispezioni, sono tutti fattori che vanno a concorrere allo stato di salute di un impianto idraulico.
Ma è possibile stabilire come accorgersi che un impianto idraulico ha bisogno di una ristrutturazione
totale, e provare a stimare una durata media sulla quale basarsi? Vediamo insieme nel dettaglio, grazie
anche all’aiuto di idraulicomilanoeprovincia.it, servizio idraulico svolto da professionisti del settore attivi
a Milano.

Impianto idraulico vecchio: i segnali da non trascurare
Segnali quali macchie sui muri, perdite d’acqua all’interno dell’abitazione, uscita dai rubinetti di acqua
troppo calcarea, oppure di acqua sporca, di colore giallognolo e con un odore sgradevole, sono tutt’altro
che da sottovalutare in quanto possono indicare che l’impianto idraulico dell’abitazione abbia bisogno di
un intervento di ristrutturazione.
Certamente un intervento mirato a riparare la singola perdita, o il singolo tubo porta a un immediato
risparmio economico, ma alla lunga gli effetti potrebbero essere controproducenti, rispetto al prendere in
considerazione la possibilità che la vita dell’intero impianto idraulico abbia raggiunto la sua durata
massima.

I tubi idraulici: materiali e loro durata
Ogni epoca ha avuto i suoi usi e costumi, e anche la costruzione degli impianti idraulici ha visto materiali
più di uso comune in alcuni periodi rispetto ad altri.
Dagli anni 70 per esempio abbiamo ereditato i tubi in piombo e in polibutilene, che purtroppo però sono
anche quelli tra i meno idonei, e da sostituire quanto prima: il piombo infatti, soprattutto dal momento in
cui il materiale isolante comincia a danneggiarsi, è altamente pericoloso per la salute, mentre il
polibutilene è soggetto a frequenti rotture, e quindi poco affidabile.
Prima degli anni 70 si era soliti costruire le tubature in acciaio zincato, e anche in questo caso il consiglio
è di sostituirli quanto prima, in quanto l’acciaio è pericolosamente soggetto a corrosione e a ruggine.
Anche i tubi in ghisa sono soggetti alla ruggine, ma in maniera minore rispetto a quelli in acciaio, mentre
quasi del tutto immuni (ma non completamente) sono i tubi in rame e in ottone. Esistono inoltre le
tubature in PVC, che subiscono però gli effetti dei danni UV.
Al termine di questa analisi possiamo concludere che il materiale preferibile per la costruzione dei tubi
idraulici è il polipropilene: non reca alcun danno per la salute, garantisce la preservazione della purezza
dell’acqua, e anche la durata dell’intero impianto idraulico. In merito invece agli altri materiali descritti,
la durata di ciascuno varia dai 20 ai 40 anni per le tubature in acciaio zincato, ai 40 agli 80 per la ghisa e
l’ottone, e ai 50 agli 80 per rame e pvc.

Sulla base di quanto detto, possiamo quindi concludere che la durata media di un impianto idraulico si
aggira intorno ai 30 anni.

Impianti idraulici ancora funzionanti oltre questo arco di tempo sono assolutamente possibili, grazie per
esempio a materiali e tecniche di costruzione altamente performanti, e soprattutto a regolari